Dieci giorni al via dei Giochi
Il punto col coordinatore Castagnetti, che ricorda la figura di Anzio Arati
A dieci giorni dal via della sesta edizione dei Giochi Internazionali del Tricolore, facciamo due chiacchiere con Franco Castagnetti, al debutto nel ruolo di coordinatore della manifestazione che, dal 7 al 13 luglio, renderà Reggio Emilia capitale mondiale dello sport giovanile. Un’intervista che non è stato semplice strappare: “E’ un’esperienza molto stimolante e coinvolgente, mi sono inserito nel contesto di un eccezionale e lungo lavoro svolto da Anzio Arati, che non è più con noi e che ci manca tantissimo - spiega Castagnetti - Sono abituato a lavorare dietro le quinte, è su questo che sento il bisogno di concentrarmi, e ci sono tante persone che stanno mettendo la loro esperienza al servizio dei Giochi e che lo hanno fatto per tante edizioni. Vorrei citarle tutte, il loro contributo è inestimabile ed hanno tante cose da raccontare, più del sottoscritto”.
Ma tocca al coordinatore fare il punto. Innanzitutto la domanda più importante: la macchina organizzativa a che punto è?
“Siamo a buon punto, ma consapevoli che dobbiamo essere pronti e reattivi per affrontare ogni necessità. Nella seconda parte di questa settimana allestiremo la segreteria operativa presso il PalaBigi, dal prossimo week end avremo accesso in alcune scuole per predisporre gli alloggi dei ragazzi. Con le adesioni record pervenute dall’estero, ci siamo avvalsi di un importante aiuto che arriva dalla tecnologia e dall’informatica. Molte delegazioni straniere, direttamente dai loro Paesi, stanno caricando dati e foto dei partecipanti sulla piattaforma dei Giochi e questo snellirà il lavoro di accoglienza e di segreteria. Una specifica applicazione favorirà lo scambio di informazioni con atleti, capi delegazione ed addetti ai lavori, prima e durante l’evento”.
Quale la maggiore difficoltà che si incontra organizzando un evento di tale portata?
“Muoversi insieme a tanti soggetti coinvolti nell’evento, nel contesto dei vincoli legislativi dell’Amministrazione pubblica e del Progetto Europeo, è impresa non semplice. Per fortuna la rete di Associazioni, Fondazioni, Istituti, Enti e funzionari preposti coinvolta nei Giochi è abituata a lavorare su obiettivi condivisi ed è valore aggiunto. Così è per il prezioso contributo di Coni e Federazioni in ambito sportivo, per Fondazione E35 nel rapporto con le delegazioni straniere, per Officina Educativa nella gestione dei volontari, per Fondazione dello Sport, Enti di Promozione sportiva, Protezione Civile, Assessorati, Aree e Servizi Comunali e per le tante Associazioni Sportive e Culturali che hanno messo a disposizione competenze, esperienza e passione per la miglior riuscita dell’evento”.
E’ una sensazione o il fascino dei Giochi Internazionali del Tricolore all’estero è più percepito che non nei confini nazionali?
“Il boom di partecipazione di delegazioni straniere è certamente frutto dell’ottimo lavoro organizzativo delle precedenti edizioni. Il significato dei Giochi va ben oltre l’aspetto agonistico e sportivo. I valori interculturali, di fratellanza fra i popoli, di amicizia ed educazione dei giovani nel rispetto delle diversità sono molto apprezzati dai Paesi partner. Inoltre credo che eserciti interesse anche il fascino della “Città del Tricolore”, per la sua storia, per i suoi progetti ben conosciuti e stimati oltre i confini. Anche lo spostamento di date previsto nel progetto Exposport, nel quale si inseriscono i Giochi, ha favorito maggiore partecipazione dall’estero”.
Città e Giochi saranno più vicini in questa edizione ?
“La concomitanza con gli esami di maturità e la conseguente indisponibilità di alcuni plessi ci ha costretto a prevedere un’ospitalità diffusa in più scuole. Il Comitato Organizzatore ha cercato di trasformare una difficoltà in una opportunità, identificando luoghi di soggiorno vicino al centro storico e prevedendo punti di incontro, ma anche di aggregazione spontanea dei ragazzi, nelle principali piazze della città. La Freestyle Area in Piazza Martiri 7 Luglio, il Villaggio dello Sport in Piazza della Vittoria e la mensa presso il PalaBigi saranno così vissuti non solo come luogo di festa e socializzazione, ma anche come occasione di conoscenza della città e di vita nel centro storico”.
Un “esercito” silenzioso ma imprescindibile per la riuscita dei Giochi, tanto prezioso quanto destinato a rimanere nell’ombra, mediaticamente parlando. Stiamo parlando dei tanti volontari che offriranno contributo determinante alla sesta edizione dei Giochi Internazionali del Tricolore, in programma a Reggio Emilia dal 7 al 13 luglio, cui prederanno parte migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo.
A una prima stima e a “reclutamento” non ancora terminato, saranno circa 200 i volontari impegnati. Una parte (80-90 unità) può essere definita “sportiva”: il riferimento è ai dirigenti delle società sportive che opereranno negli impianti di gioco e sui vari campi di gara. Un’altra parte (110 unità) può essere definita “istituzionale”, sarà coordinata dal servizio Officina Educativa del Comune di Reggio Emilia, ha un’età ben precisa (fra i 16 e i 29 anni) e implicazioni sociali e inclusive facilmente intuibili: 80 provengono da quattro scuole superiori (Liceo Matilde di Canossa indirizzo linguistico, Liceo Scientifico Linguistico Aldo Moro, Istituto Superiore Blaise Pascal, Istituto superiore Città del Tricolore indirizzo linguistico), nell’ambito di un progetto promosso dalla stessa Officina Educativa; 20 sono richiedenti asilo, grazie alla collaborazione con Mondinsieme, Ovile e Dimora d'Abramo; 5 da OSEA (Opere di Servizi Educativi Assistenziali); 5 disabili, grazie alla collaborazione con SIL (Servizio Integrazione Lavorativa) e "Città senza barriere".
Le attività dei “110 istituzionali” durante i Giochi saranno concentrate nelle cinque scuole del territorio che ospiteranno le delegazioni straniere, al palazzetto dello sport di Via Guasco, sede della mensa e della segreteria, e nel “Villaggio dello Sport” (ovvero Piazza Martiri e Piazza della Vittoria). Non mancheranno inoltre attività di affiancamento e accompagnamento delle varie squadre durante la manifestazione.
Per un saluto, un preventivo ringraziamento e un’investitura “ufficiale”, un’ampia delegazione dei volontari è stata ricevuta nei giorni scorsi in Sala del Tricolore da Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Serena Foracchia, assessora relazioni internazionali e città interculturale, Mauro Rozzi, presidente della Fondazione per lo Sport del Comune di Reggio Emilia e componente del Comitato Organizzatore, e Maria Livia Violi in rappresentanza di Officina Educativa (UOC Partecipazione Giovanile e Benessere).
Altro trend in crescita: oltre a quello dei partecipanti provenienti dall’estero (oltre 1000 rispetto ai 600 del 2015), i Giochi Internazionali del Tricolore versione 2018 fanno registrare un deciso aumento anche alla voce “discipline”, non ultime quelle paralimpiche.
Dal 7 al 13 luglio a Reggio Emilia, migliaia di giovani atleti (13-17 anni) provenienti da tutto il mondo potranno cimentarsi in 38 differenti discipline, 8 delle quali paralimpiche.
Nel 2015 erano state complessivamente 31 (4 delle quali paralimpiche).
Per correttezza va detto che nel computo generale delle ultime due edizione vengono considerate anche alcune discipline presentate in forma di esibizione, e non di veri e propri tornei, per questioni legate ad aspetti burocratico-federali che impediscono la disputa di manifestazioni ufficiali. Ma la sostanza non cambia. Anche perché, come è stato ribadito in più occasioni, lo spirito dei Giochi sarà improntato alla condivisione di un’esperienza unica nel suo genere, più che all’agonismo e alla ricerca del risultato.
Entrando nel dettaglio, tra le discipline che saranno al debutto spicca il pugilato, che vivrà la propria riunione (incontro Italia-Croazia) nel Villaggio dello Sport, allestito nelle centralissime Piazza Martiri e Piazza della Vittoria. Ad adesioni ancora aperte si registra poi acceso interesse per alcune novità, come il beach volley (cui hanno fatto pervenire la propria adesione le delegazioni slovena, spagnola, statunitense e polacca) e judo (Spagna, Croazia e Tunisia).
Se parliamo di partecipanti, a farla da padrone, inutile dirlo, saranno i “colossi” calcio, pallavolo e basket, ma ragionando in termini di diverse nazionalità, pure nuoto e atletica saranno parecchio “mondiali”. Nelle gare di atletica si confronteranno ad esempio i rappresentanti di 10 Nazioni: Italia, Portogallo, Sudafrica, Sahrawi, Slovenia, Palestina, Cina, Tunisia, Portogallo e Repubblica Ceca.
Dicevamo poi delle discipline paralimpiche, che raddoppiano, passando da quattro a otto: tra le nuove proposte spiccano sitting volley, scherma e judo.
Questo le 38 discipline sportive dei Giochi Internazionali del Tricolore 2018: arrampicata sportiva, atletica leggera, baseball, beach volley, bocce, calcio, calcio a 5, ciclismo, cricket, equitazione, golf, hockey su prato, judo, lancio del ruzzolone, nuoto, nuoto sincronizzato, pallacanestro, pallamano, pallanuoto, pallavolo, pesca sportiva, pugilato, rugby, scacchi, scherma, taekwondo, tennis, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco.
Paralimpiche: atletica leggera, basket in carrozzina, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, tiro con l’arco.
In arrivo mille giovani atleti da oltre 20 Paesi.
E’ boom di partecipanti stranieri alla sesta edizione dei Giochi Internazionali del Tricolore, in programma a Reggio Emilia dal 7 al 13 luglio. L’ultima edizione, quella del 2015, aveva registrato la presenza di 13 Paesi, per un totale di 585 atleti.
Stavolta si parla di 21 Paesi (e il totale potrebbe ancora salire di un paio di unità) e di oltre 1000 partecipanti.
Partiamo da chi c’era nel 2015: Cina, Croazia, Germania, Moldavia, Mozambico, Olanda, Palestina, Repubblica Ceca, San Marino, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Ungheria. Totale 13 Paesi.
Tutti presenti anche nell’edizione del 2018, ad eccezione di Moldavia e Ungheria. Ma a fronte di due forfeit, si registrano la bellezza di 10 new entry: Algeria, Austria, Francia, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Saharawi, Sudafrica, Tunisia. Totale 21 Paesi tra “vecchi” e “nuovi”, ai quali potrebbero aggiungersi India e Kenya, che nelle prossime ore scioglieranno le riserve e diranno se potranno essere della partita.
Va detto infatti che i dati non sono ancora definitivi e che al contingente straniero andranno poi aggiunti i partecipanti italiani, reggiani e non; alla fine i Giochi 2018 potrebbero presentare un numero “clamoroso” di presenze.
Tornando all’estero, le spedizioni più numerose attualmente sono la sudafricana della Provincia del Gauteng (oltre 200 atleti), la croata di Zara, la slovena di Novo Mesto, la statunitense di Fort Worth e la spagnola di Girona, queste ultime quattro vicina ciascuna a quota 100. Alla delegazione di Digione spetta anche la “medaglia” per l’iscrizione al maggior numero di discipline (una decina): dal calcio al nuoto, dall’atletica alla pallamano, dal water polo al judo.
Nel dettaglio, queste le delegazioni che parteciperanno all’edizione 2018:
Algeria: Tebessa
Austria: St Veit an der Glan
Cina: Rizhao
Croazia: Zara
Francia: Digione
Germania (2): Schwerin e Treptow-Kopenick
Mozambico: Pemba
Olanda: Schiedam
Palestina: Beit Jala
Polonia: Bydgoszcz
Portogallo: Obidos
Repubblica Ceca: Olomouc
Romania: Cluj-Napoca
Russia: Perm
Saharawi: Smara
San Marino
Slovenia: Novo Mesto
Spagna (2): Girona e Isola Gran Canaria
Stati Uniti: Fort Worth
Sudafrica: Provincia del Gauteng
Tunisia: Zeramdine