Progetto FAMI, a Ravenna in campo 13 minori stranieri non accompagnati.
Padel, nuoto e judo grazie al progetto “Fami” (Fondo asilo, migrazione e integrazione) promosso dal Coni con il ministero dell’Interno, 13 minori stranieri non accompagnati hanno iniziato a praticare sport presso il Centro Sportivo Aquae Sport Center di Porto Fuori (RA) in via Berretti 55 (padel e nuoto) e presso la palestra Randi a Ravenna in via Marconi 15 (judo). Il progetto prevede 2 ore alla settimana di attività sportiva per i ragazzi che saranno guidati dagli istruttori dell’I-Padel Ravenna Marco Vecchi e Claudio Lolli e dagli istruttori e dell'A.S.D. Kaishi Judo Romagna Alessandro Graziano e Marina Polidori.
L’obiettivo è favorire, attraverso lo sport, l’inclusione e l’integrazione dei giovani migranti di minore età sul nostro territorio, durante la loro permanenza nel sistema di accoglienza nazionale. I minori stranieri, infatti, potranno praticare attività sportive presso le società del territorio, insieme ai coetanei italiani e sotto la guida di tecnici qualificati formati dal CONI.
L’attività sportiva nella sua veste di strumento educativo in grado di promuovere la salute psico-fisica, la socializzazione e il benessere relazionale degli individui, contribuisce a favorire una migliore accoglienza ed integrazione dei giovani migranti.
I 13 minori stranieri provenienti da diversi paesi africani e non solo (Guinea, Guinea Bissau, Mali, Costa d’Avorio Pakistan e Albania) sono accolti nei 2 centri di accoglienza di Ravenna: 8 presso la Fondazione Villaggio del Fanciullo in via dei Nespoli 118 e 5 presso il Centro Sprar Cidas di via Ugo Bassi 11.
Il Coni ha fornito loro le borse con l’abbigliamento sportivo che potranno utilizzare durante gli allenamenti e la visita di idoneità medico sportiva agonistica. “Speriamo che per questi ragazzi possa essere un momento di divertimento e permetta loro di conoscere i coetanei italiani e di giocare insieme a loro – ha detto Umberto Suprani, presidente del Coni dell'Emilia Romagna – Abbiamo messo a disposizione i nostri tecnici perché possano essere tranquilli anche nello svolgimento dell’attività fisica, sperando che la loro presenza in Italia, anche in questo modo, possa essere la più accogliente possibile”.