Iosefa Idem Ministro. Le congratulazioni del CONI

josefa idem napolitano

JOSEFA IDEM MINISTRO DELLO SPORT

LE CONGRATULAZIONI DEL CONI DELL'EMILIA ROMAGNA

Il presidente del CONI dell'Emilia Romagna Umberto Suprani, la Giunta, il Consiglio e tutto il mondo sportivo della Regione, si congratulano con Josefa Idem per la nomina a Ministro per lo sport, delle pari opportunità e delle politiche giovanili. “Siamo certi – ha affermato Suprani – che la sua esperienza, generosità e competenza saranno utili alla crescita del movimento e allo sviluppo di una mentalità che non veda lo sport solo come attività ausiliaria, ma come necessaria allo sviluppo psicofisico dei giovani e come prevenzione allo sviluppo di numerose malattie nelle persone non più giovani. Nello stresso momento, forte della sua esperienza di atleta di alto livello, siamo certi che possa occuparsi anche dei talenti, potendo garantire loro di poter esprimere le proprie capacità in un Paese che possa aiutarli sia con tecnici di valore che con impianti e attrezzature adeguate”.

Di seguito la prima intervista rilasciata da Josefa Idem alla Gazzetta dello Sport subito dopo la nomina:

Josefa Idem ministro dello Sport: "Che sorpresa, partirò dalle scuole elementari"

L'olimpionica della canoa nella squadra del Governo Letta: "Bisogna garantire ai bambini la possibilità di fare attività fisica"

Josefa Idem, come ci si sente da ministro dello Sport, delle Pari Opportunità e delle Politiche Giovanili?

“Un po’...mancante”.

Emozionata?

“Sono molto stupita ma anche grata della fiducia che mi è stata concessa. Ci sono poche parole da dire, ora: dico soltanto che bisogna lavorare e lavorare bene”.

Dica la verità: non se l’aspettava?

“No. Per me è una grande notizia e la cosa più importante è che il presidente incaricato sia stato capace di costruire un Governo con tante novità, diverse donne e con gente giovane. Sono segnali di cambiamento importanti. Credo che si potrà lavorare in un'atmosfera positiva”.

Ma lei s’è allenata per bene all'incarico. Prima la vittoria alle Primarie, poi il ruolo di capolista al Senato in Emilia Romagna, quindi il debutto in Parlamento.

“Sì, anche scrivendo editoriali sull’argomento...Ma ora è prematuro dire che cosa mi aspetta. Certo mi servirà l’esperienza fatta come assessore a Ravenna”.

Provi a dire la prima cosa, la primissima che le piacerebbe fare da neo ministro dello Sport.

“Ho sempre pensato che bisogna partire dalla scuola elementare: garantire ai bambini la possibilità di fare attività fisica”.

Purtroppo il momento del Paese è drammatico.

“La priorità è fare in modo che le persone possano stare meglio. Ogni giorno sentiamo di suicidi, di gente che non arriva a fine mese. La priorità è cercare di far star meglio le persone”.

Con Malagò sarà una questione di famiglia: lui è il presidente del Coni, ma anche del suo circolo, la Canottieri Aniene...

“Vorrà dire che sarà più facile fare sinergia su alcuni obiettivi comuni”.

Che cosa pensa, tagliare qualche traguardo da Ministro sarà più difficile di conquistare una medaglia alle Olimpiadi in canoa?

“Posso immaginare che cosa mi aspetta, ma non posso saperlo. Non vorrei dilungarmi troppo, è accaduto tutto in fretta”.

Serve del metodo in politica come nello sport?

“Servono la grinta e la fiducia nei propri mezzi, l’immagine di quello che vuoi creare, un approccio innovativo e di ricerca: dallo sport impari a ragionare sui sistemi: lo sport è un metodo e il successo è una questione di metodo. E così mi comporterò”.

Travolta già dall’affetto dei campioni?

“Non conto più i messaggi, sono a 317!”.

L’oro olimpico le cambiò la vita per sempre?

“Certo l’oro a Sydney fu molto forte, come il vento, ma c’è la nascita dei miei figli e ora provo un’altra grande emozione, anche se bisogna essere sobri e seri allo stesso tempo”.

Suo marito Guglielmo e i suoi figli Janek e Jonas come l’hanno presa e come l’hanno saputo della notizia?

“Giocando a tennis. E naturalmente sono contenti”.

Ma insomma, non le fa paura la responsabilità di guidare questi dicasteri?

“La sento, ma non la temo”.

Valerio Piccioni