In 300 a Ravenna per applaudire Giovanni Malagò

Palco

 

Servono idee, energie e uomini”. Ha chiuso così il suo intervento Giovanni Malagò, presidente nazionale del CONI, intervenuto ieri sera al convegno organizzato dal CONI dell'Emilia Romagna e dal Panathlon Club Ravenna dal titolo "La società sportiva, impresa sociale multifunzionale” al quale hanno collaborato il Comune di Ravenna, Fondazione Cassa Risparmio Ravenna, Ufficio Scolastico Regionale e i Panathlon Clubs di Forlì e Faenza. Oltre 300 i dirigenti sportivi venuti da tutta la regione nella sala Rossa del Pala De Andrè, che hanno applaudito convinti il numero uno dello sport italiano, primo presidente del CONI a fare una visita ufficiale a Ravenna. Ha utilizzato ironia, charme, ma pure la forza della concretezza Malagò, ricordando come il presidente del CONI Umberto Suprani, organizzatore della serata, e Bruno Molea, uno dei relatori, sono stati suoi sostenitori in un momento non certo facile prima della sua elezione. E proprio non aver ascoltato il grido proveniente dalla base è stato l'errore principale dei suoi avversari alla poltrona di numero uno del CONI,. “nello stesso momento – ha affermato – pur ricordando che il 50% dei volontari sono sportivi e non hanno alcun riconoscimento istituzionale, anche se avessero riconosciuto uno stato giuridico non cambierebbe la loro condizione. Ed invece è notorio che con la crisi anche il mondo del volontariato ne risente perchè se uno perde il posto di lavoro non segue più i ragazzini, ma il suo primo pensiero è recuperare il lavoro.

Assemblea

E' necessario approcciarsi in maniera diversa alla società sportiva. Sono diventato presidente della Canottieri Aniene a 37 anni, quando avevano un miliardo e mezzo di fatturato e 32 collaboratori. Ora siamo a 17 milioni e mezzo e 254 persone che lavorano per noi e ogni anno si chiude in utile. Questo perchè lo sport è l'unico settore dove c'è domanda e nonostante facciamo un mestiere dove “vendiamo valori”, bisogna comunque sempre essere capaci di stare sul mercato. Bisogna diventare imprenditori o comunque manager. Il nostro è un settore di grande appeal per le persone della terza e quarta età, ma pure per i ragazzini, le loro mamme e soprattutto per gli sponsor, per cui ai 4000 che da noi fanno nuoto abbiamo offerto un centro estetico per le mamme in attesa, ma pure una sorta di nido per lasciare i figli più piccoli, un luogo dove poter consumare, che non sia solo un piccolo bar, ma pure il negozio di Adidas. Tutte queste realtà sono in attivo e abbiamo una lista di sponsor che non possiamo accontentare. Tutte queste cose in piccolo si possono riprodurre e visto che il momento non permette voli pindarici meglio unirsi, creare società multidisciplinari per fare massa critica. Addirittura dico che non solo le società potrebbero unirsi, ma in alcune circostanze le stesse federazioni. Se si uniscono tra loro realtà commerciali, perchè non dovrebbero farlo le società sportive? Dal punto di vista politico ho apprezzato che il presidente del Consiglio Letta si sia impegnato per approvare la legge sugli impianti sportivi, ma è fondamentale che ora per poter costruire o gestire impianti si possano creare ATI, Newco o consorzi no profit, che siano davvero tali, perchè il confronto con il fisco e l'agenzia delle entrate possa non farci fare brutte figure. Inoltre il mio messaggio è quello di non spaventarsi e di avere coraggio. Pensiamo che il 40% dei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni abbandonano lo sport e che dopo gli Stati Uniti siamo il paese al mondo con il più alto indice di obesità, con il 44% di sedentari. Infine pensiamo alle scuole: servirebbero quattro miliardi e mezzo per metterle a norma ma crediamo che la collaborazione con questo mondo sia fondamentale. Non rientrerebbe nei nostri compiti, ma anche quest'anno abbiamo investito 7,5 milioni per il progetto di Alfabetizzazione, collaborando con lo Stato, che ancora, però, non ha messo i suoi soldi. Così gli insegnanti non pagati se la fanno con il CONI quando la nostra parte l'abbiamo fatta eccome. Però, come con l'Aniene abbiamo fatto una sinergia pubblico-privato per la gestione degli spazi aperti e scoperti di una scuola, così invito tutte le società a parlare con presidi lungimiranti che possano capire che la palestra con le risorse pubbliche non verrà mai messa a posto, mentre collaborando con il privato possono entrambi cogliere importanti occasioni”.

Prime file

Prima dell'intervento di Malagò aveva aperto i lavori Umberto Suprani che aveva messo in rilievo il difficile momento per le società sportive. “In questo momento la sfida per i presidenti delle società è quella della professionalità affinchè le difficoltà diventino sfide dalle quali poter uscire cresciuti, capendo, però, che da soli non si va da nessuna parte. Bisogna avere una visione più ampia dei problemi per poterne uscire. La Multifunzionalità diventa un'arma vincente per costruire modelli che possano creare anche posti di lavori per i ragazzi usciti da Scienze Motorie. Dobbiamo essere consapevoli che l'economia della nostra regione è la quarta per PIL e la terza per i risultati sportivi ottenuti. Questo grazie anche allo sforzo delle Federazioni e degli Enti di promozione, che devono essere stimolo e pungolo alle istituzioni perchè anche la politica possa fare il proprio dovere. Da questo punto di vista manca una legge nazionale sullo sport e quella regionale è datata, senza dimenticare l'importanza del rapporto con la scuola e il fatto che è necessaria la collaborazione con tutti gli altri assessorati, ricordandosi sempre che chi fa sport fa cultura”.

A seguire sono intervenuti il presidente del Panathlon International Giacomo Santini, il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Ravenna Maria Luisa Martinez, che ha messo in evidenza le tre agenzie educative per i giovani: scuola, famiglia e società sportive, e l'onorevole, presidente nazionale di AICS, che ha presentato il disegno di legge depositato la mattina stessa in parlamento per dare un ruolo sociale alle società sportive di base. All'interno della legge, che si spera possa andare in discussione in dicembre o in gennaio, la richiesta di una delega per riordinare le varie leggi sulle società sportive, la richiesta del recupero dalle imposte delle quote pagate alle società sportive, l'abolizione del pagamento della SIAE per gli sport che necessitano della musica. Inoltre la legge si occupa anche di fisco, con maggiore severità verso le società sportive che si comportano male, ma pure tutela per quei presidenti che ora non comprendono a pieno quanta è oggi la loro responsabilità. Inoltre Molea ha comunicato di aver firmato un emendamento, con copertura finanziaria, per inserire un insegnante di scienze motorie anche nelle scuole elementari.

Ravenna, 8 ottobre 2013

Matteo Fogacci

Ufficio stampa CONI Emilia Romagna

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